Ecco perché l’office sharing potrebbe essere l’alternativa più valida all’ufficio tradizionale e allo smart working
Photo by cottonbro from Pexels
Sono moltissimi gli italiani che negli ultimi mesi si sono ritrovati costretti a lavorare da casa, il 24% di loro ha dovuto approcciarsi per la prima volta al lavoro da remoto e il 44% sta proseguendo con questa modalità anche ora che le misure di sicurezza si sono parzialmente allentate. Il mondo del lavoro è cambiato definitivamente e modalità dello smart working sarà sempre più utilizzata dalle aziende. Questa che ci appare una notizia positiva, lo è davvero? I risvolti dello smart working sono esclusivamente positivi (maggiore comodità, possibilità di passare più tempo con la famiglia…)?
Come è facile aspettarsi, la risposta è no. Le conseguenze ci sono, specialmente a livello di salute mentale, e molti nostri connazionali le stanno vivendo proprio sulla loro pelle in questi giorni. Secondo una ricerca condotta da LinkedIn su 2000 lavoratori italiani è risultato che:
- Il 46% dei lavoratori italiani si sente più ansioso o stressato perché lavora da casa
- Il 48% dei lavoratori italiani ha lavorato più ore da casa
- Il 18% ha riscontrato un impatto negativo sulla propria salute mentale
- Il 16% teme che la propria azienda possa licenziarlo al termine del lockdown
Anche Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha recentemente espresso la propria preoccupazione riguardo ai pericoli dello smart working relativi al benessere psicologico dei suoi dipendenti: “Una delle cose che mi sta facendo pensare in questo momento in cui stiamo lavorando tutti da remoto è che forse stiamo bruciando completamente il capitale sociale che abbiamo costruito in tutto questo tempo. Come si fa a misurare una cosa del genere?”
Photo by Andrea Piacquadio from Pexels
Per questo molti pensano che il coworking possa essere una giusta via di mezzo, una “terza via”, più equilibrata che, pur non ripristinando l’ufficio tradizionale come sempre lo abbiamo conosciuto, ne abbatta le conseguenze negative, portando i lavoratori ad entrare in contatto con altri professionisti, con benefici sulla creatività, sulla produttività e sul benessere, migliorando le abilità relazionali, di networking e team working.
Un maggiore sfruttamento di spazi di office sharing, magari più numerosi e decentralizzati, potrebbe avere inoltre, tra le sue conseguenze un abbattimento dei costi legati ai trasporti e una riduzione dell’inquinamento. Con la realizzazione di un maggior numero di spazi condivisi le aziende, grandi o piccole, avrebbero la possibilità di scegliere delle soluzioni miste per i lavoratori, alternando il lavoro da casa a quello in gruppo.
La valorizzazione di team locali e dei coworking vicini alla località di residenza avrebbe un impatto estremamente positivo sui trasporti, riducendo drasticamente gli spostamenti e dunque l’inquinamento, ma parallelamente anche sui portafogli dei lavoratori, non più costretti al pendolarismo e ai suoi costi importanti.
Sei interessato alle possibilità e ale prospettive dell‘office sharing? Rivolgeti a Flexworkig. Consulta il nostro sito oppure contattaci ai seguenti recapiti: telefono 02.87226977, mail info@flexworking.it