Grazie a flessibilità e dinamicità il coworking è perfetto per superare lo stress causato dal lavoro da casa
Nell’ultimo anno la pandemia ha modificato molti degli aspetti della nostra vita, ma su due in particolare ha avuto un enorme impatto: quello sociale e lavorativo. Milioni di italiani infatti, si sono ritrovati a lavorare in smart working, una condizione che può rivelarsi difficile da gestire psicologicamente. Lavorare da casa, infatti, nonostante offra diversi vantaggi, a lungo andare può causare un effetto di burnout, cioè un esaurimento nervoso provocato da un eccessivo accumulo di stress lavorativo.
Con l’avvento dello smart working si stima che le persone affette da burnout da stress lavorativo siano aumentate del 20%, con 2 persone su 3, ovvero il 69% dei lavoratori. Il burnout è uno stato di sfinimento dal punto di vista non solo fisico e mentale, ma anche emotivo, conseguente allo stress cronico mal gestito. Alla base del fenomeno possiamo individuare due fattori: l’incapacità di disconnettersi dal lavoro e l’impossibilità di avere orari precisi da dedicare all’attività lavorativa, come in ufficio. È stato provato, infatti, che la giornata lavorativa in smart working dura in media da 1 a 3 ore in più: si fanno più riunioni in modalità virtuale e si tende ad essere reperibili anche al di fuori dall’orario di lavoro, rispondendo al telefono o inviando email. L’impossibilità di “staccare” dal lavoro e di preservare i propri spazi personali è quindi causa, nel lungo periodo, di un esaurimento delle risorse del lavoratore.
Coworking space: la soluzione ideale allo stress da smartworking
Nello specifico, secondo Ruth Cooper Dickson, praticante di Psicologia Positiva, l’esaurimento nervoso si manifesta in tre modi: livelli di energia bassi, stanchezza e disimpegno nei confronti del proprio lavoro. Nello smart working inoltre, il rischio maggiore è che, a lungo andare, si faccia fatica a separare l’ambiente lavorativo dall’ambiente casalingo, arrivando ad una mancanza di equilibrio tra vita personale e lavoro. La soluzione? Il coworking. Questa realtà è effettivamente il metodo migliore per sconfiggere, con la giusta determinazione, il burnout da smartworking.
Il coworking è il luogo perfetto che unisce flessibilità, socialità e inclusività, mettendoli al servizio dei propri clienti. Qui la persona potrà lavorare da remoto e individualmente, seguendo però gli orari di un normale ufficio. Sono ambienti di lavoro moderni e fluidi, con diverse tipologie di spazi modulabili per ogni tipo di attività. Grazie alla presenza in questi ambienti di una community, il lavoratore potrà socializzare con gli altri coworkers – aspetto che viene meno lavorando in smart – e riuscirà ad aumentare la sua produttività ed efficienza. Coworking space è una realtà dinamica in cui la monotonia del lavoro da casa si dissolve e lascia spazio a un’atmosfera energica e positiva.
Flexworking, a due passi dal Duomo di Milano e con spazi a misura d’uomo, è stato inserito dal comune nella lista dei coworking di qualità. Contatta il nostro spazio al numero 02.87226977, invia una mail a info@flexworking.it o visita il nostro sito www.flexworking.it.