Digital Week: il grande successo dell’evento Flexworking tra fake news e giornalismo digitale

Un workshop per affrontare insieme a illustri relatori il mondo delle news

In occasione della seconda edizione della Digital Week si è tenuto il 14 marzo nella coworking community di Flexworking, in Via Cerva 20 a Milano, un workshop su giornalismo digitale, marketing e fake news.

I relatori, tutti professionisti nel mondo del giornalismo e dell’informazione, hanno esposto a un pubblico nutrito e attento una breve presentazione, ognuno di loro esaminando un punto di vista diverso sui temi principali della serata: come il giornalismo può adattarsi ai cambiamenti che stanno avvenendo senza snaturarsi, come usare le tecniche SEO, in che modo marketing e informazione possono costruire tra di loro un rapporto equilibrato che permetta agli addetti ai lavori di offrire informazione di qualità rimanendo competitivi nel mare magnum delle news digitali.

Il primo a esporre è stato Davide Maria De Luca, redattore presso Il Post, che nel suo intervento ha affrontato le basi del factchecking, mettendoci in guardia contro quello fatto dai politici: “Come non si deve fare la lotta alle fake news? Tramite i politici. In alcuni posti questa lotta è stata usata come cappio da mettere attorno alla libertà di parola e alla democrazia. Corriamo rischi quando i politici si mettono a fare factchecking. Se questi termini vengono tirati in ballo nella lotta politica, l’autorevolezza dei giornalisti che se ne occupano viene messa in dubbio, ed è un problema.”

A seguire Gabriele Gambini, giornalista presso TvZoom, nel suo intervento ha mixato filosofia e velocità dell’informazione, usando la sua esperienza di lavoro come case study e aggiungendo nel mix anche il mondo dei social: “In base alla condivisione si crea la notiziabilità dell’argomento, e da lì è nata la famigerata e pericolosa schiera degli influencer, che non sono giornalisti però puntano a sostituirsi ad essi o se non altro a esserne complementari. Il social network è dunque un viatico imprescindibile da affiancare al mestiere di giornalista web.”

In seguito Giovanni Ruggiero, redattore presso liberoquotidiano.com, ha voluto parlare delle tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca predilette da Google, soprattutto quando si parla di parole proibite. La conclusione è esemplare: “La SEO è uno strumento, come tutti gli strumenti, non può essere il vostro unico obiettivo. Fare traffico attraverso esclusivamente un canale è un suicidio annunciato. Diversificare è la cosa più importante. Assecondare queste tecniche non vuol dire subirle.”

Giancarlo Ricci, giornalista e responsabile dei mercati del mediterraneo di Microsoft News ha fornito un punto di vista diverso. Quello di Microsoft News appunto, piattaforma tecnologica che seleziona dai suoi numerosissimi partner gli articoli da proporre al suo pubblico, dando spazio anche a testate minori nel nome di un giornalismo gratuito e di qualità. Una delle particolarità è il mix di algoritmi e professionisti umani, anche nella fase della selezione: “Arte e scienza. L’arte è quella del giornalismo, che ci viene fornita dai partner che ci danno i contenuti. Noi ci mettiamo la parte di scienza, fatta con le tecnologie, con tutto quello che siamo riusciti a creare: algoritmi, sistemi di pubblicazione, selezione, organizzazione e catalogazione dei contenuti. I giornalisti e l’algoritmo lavorano insieme. Le scelte finali sono fatte dai giornalisti in carne ed ossa, l’algoritmo suggerisce le notizie da tenere in considerazione, la scelta finale è del cervello umano.”

In chiusura, Filippo Piervittori, direttore ed editore di Innovami.News, Rumors.it e LuxuryPretaPorter.it ha tirato le fila della serata: “In alcuni casi è davvero molto facile riconoscere una fake news, eppure noi ci crediamo. A volte nella dinamica giornaliera, nello scorrere i social che sono così veloci e immediati, non ci fermiamo a capire se un sito è davvero valido. Un altro problema è quello pubblicitario: il mercato pubblicitario digitale italiano per il 24% è in mano a grandi piattaforme di rastrellamento pubblicitario che si occupano anche di diffusione di contenuti, Facebook e Google. Microsoft sta proponendo qualcosa di dirompente. Il dibattito è aperto.”

 

 

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