Mercato del lavoro e millenials: perché lo smart working potrebbe essere il futuro
Negli ultimi tempi il tema del lavoro è all’ordine del giorno, soprattutto con l’introduzione del reddito di cittadinanza e la riforma dei centri per l’impiego che dovrebbero risvegliare il settore, bloccatosi negli anni precedenti. Ma cosa ne sarà quindi del futuro dei cosiddetti millenials? Che prospettive lavorative hanno? I millenials sono una generazione rivoluzionaria e pronta al cambiamento, soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro, che si sta trasformando velocemente.
Cosa pensano i millenials dei manager? Secondo una ricerca dell’università Iulm di Milano riportata da Il Corriere Della Sera, i giovani millennials pensano che i manager debbano motivare i propri collaboratori, risolvere i problemi e prendere decisioni. I millennials sono i giovani nati tra il 1980 e il 1997, suddivisi a loro volta tra Adult millennials, ossia i nati tra il 1980 e il 1991, giovani che hanno già finito gli studi e lavorano e gli Early millennials , i nati tra il ‘92 e il ‘97, che ancora studiano. Secondo la ricerca dello Iulm, che ha considerato quasi 2500 giovani, i manager dovrebbero possedere alcuni tratti fondamentali come l’apertura mentale, saper tenere i nervi saldi e avere fiducia in se stessi. I millennials pensano che i manager abbiano grandi possibilità di guadagno, ma non avrebbero egual successo sul piano della vita privata.
Eppure sembra che ad oggi i millenials siano sfavoriti per quanto riguarda la carriera: fatica a crescere il loro inserimento nel mondo del lavoro. Secondo Carola Adami, head hunter e fondatrice dell’agenzia di selezione del personale Adami & Associati: “Il problema di tante aziende e di tanti uffici HR risiede nel loro approccio nei confronti di questi giovani candidati. Nella maggior parte dei casi è infatti inutile offrire ai millennials lo stesso trattamento che si sarebbe riservato quindici anni fa ai loro coetanei: servono altre attrattive, altre offerte e altri benefit. Le indagini degli ultimi anni dimostrano molto chiaramente che lo stipendio non è un fattore importante per i millennials come lo è stato per le generazione precedenti: i giovani sono per esempio assolutamente disposti ad accettare stipendi minori, a patto di poter godere di maggior tempo libero di qualità. Ma non è tutto qui, perché per attirare i millennials è fondamentale prospettare ottime possibilità di carriera, sottolineando la meritocrazia vigente in azienda e i tanti stimoli offerti dal nuovo ambiente lavorativo”. Sembra quindi che i nostri giovani, non mirino tanto allo stipendio, quanto alla prospettiva di crescita, un lavoro assicurato e i benefits, infatti lo smart working risulta essere una scelta gradita dai più giovani, un concetto di lavoro moderno e flessibile, che permette di conciliare gli impegni privati.
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