Fenomeno smart working: in Italia, Milano è la città più all’avanguardia


La flessibilità lavorativa favorisce l’aumento della produttività

Lo smart working è un modello lavorativo flessibile, che permette ai lavoratori di lavorare da casa, di evitare lo stress del pendolarismo e di risparmiare tempo ed energie, oltre a favorire un minor inquinamento ambientale: secondo la ricerca Added Value of Flexible Working, un’adozione diffusa a livello globale del lavoro flessibile ridurrebbe i livelli di anidride carbonica di 214 milioni di tonnellate l’anno, ovvero la stessa quantità di CO2 che verrebbe sottratta dall’atmosfera da 5,5 miliardi di alberi, e si risparmierebbero 3,53 miliardi di ore, che vengono invece attualmente impiegate ogni anno per raggiungere il posto di lavoro. È stato calcolato che, entro il 2030, nella sola Inghilterra si risparmierebbero 7,8 milioni di tonnellate di CO2 e si eviterebbero 115 milioni di ore annue passate nel traffico; negli Stati Uniti i numeri diventano ancora più alti a causa di un maggior uso dell’auto: 110 milioni di tonnellate di CO2 e 960 milioni di ore.
Ogni singolo pendolare che cambi il suo modo di viaggiare, sfruttando il sistema di trasporti pubblico o i mezzi ecosostenibili, non inquina per l’equivalente di 6-9 tonnellate di anidride carbonica ogni anno, contribuendo in maniera attiva al risanamento dell’atmosfera.  Inoltre, andare al lavoro senza preoccuparsi di dove posteggiare ed evitare di passare ore nel traffico consente di approcciarsi in maniera completamente diversa al proprio lavoro.

Il lavoro agile non solo consente di lavorare da casa, ma in qualsiasi posto si preferisca, che sia un bar oppure uno studio. Questa adattabilità, favorita dallo sviluppo tecnologico, che ormai da anni ci permette di essere sempre connessi, permette così di coniugare al meglio gli impegni privati e professionali.
Per evitare il rischio di rimanere costantemente disponibili, è necessario che tra datore e dipendenti vengano stipulate norme che regolino il rapporto lavorativo: il loro rispetto massimizza l’agilità d’impiego e rende molto più felice la forza lavoro, aumentando l’efficienza produttiva.
Per i millennials, che entro il 2025 saranno il 75% della forza lavoro, lavorare in una community virtuale come quelle a cui sono abituati, sarà un ulteriore incentivo alla loro produttività: avendo, infatti, familiarizzato sin da piccoli con l’ambiente digitale, non vedono ragione di adottare logiche lavorative che richiedono una presenza fissa in ufficio.

Quali sono i Paesi che stanno già adottando lo smart working? Il paese più flessibile è attualmente la Svezia, con il 51% di smart workers; seguono la Repubblica Ceca con il 48%, la Slovacchia e la Norvegia con il 40%, la Germania con il 34%, l’Austria con il 32%, l’Inghilterra con il 24%. Secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, la percentuale di smart workers si attesta solo all’8%, mentre il 36% delle grandi imprese ha avviato progetti strutturati di lavoro agile. Milano, dove la percentuale di adozione di smart working si aggira attorno al 44%, risulta la città più all’avanguardia.

Nella Pubblica Amministrazione, invece, solo il 5% degli enti ha dato avvio a una sperimentazione. “I benefici economico-sociali potenziali dell’adozione di modelli di lavoro agile sono enormi”, dice Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working . “Si può stimare un incremento di produttività del 15% per lavoratore, una riduzione del tasso di assenteismo pari al 20%, risparmi del 30% sui costi di gestione degli spazi fisici per quelle iniziative che portano a un ripensamento degli spazi di lavoro e un miglioramento dell’equilibrio fra lavoro e vita privata per circa l’80% dei lavoratori. Per questo la rivoluzione non va fermata, ma anzi bisogna accelerare e promuovere la diffusione delle iniziative nelle diverse organizzazioni presenti sul territorio”.

Considerando che in futuro gli uffici avranno costi di gestione sempre più alti, che i prezzi del mercato immobiliare continueranno a salire, e che, per moltissime persone, lavorare da casa risulta improduttivo, una soluzione economica e pratica è quella di avere una postazione in spazi di coworking, aree condivise da più persone contemporaneamente, che possono svolgere diverse attività.
Il valore aggiunto del coworking sta nell’opportunità sia di avere una scrivania personale sia di usufruire di mezzi e servizi professionali, quali stampanti, multifunzioni e altre tecnologie all’avanguardia, come LIM – lavagne interattive multimediali – assistenti vocali, videoproiettori e wi-fi ultra veloce oltre a meeting room e sale riunioni sempre pronte per l’uso. Il fattore positivo è che in questa tipologia di ambiente si può godere di un clima innovativo e di condivisione, risorsa principale da cui chiunque può trarre beneficio.
A Milano centro, un esempio di coworking è Flexworking, il cui vantaggio principale sta nella posizione: le postazioni fisse e hot desk e le sale riunioni sono situate in una location prestigiosa e moderna nel cuore della città, a pochi passi dal Duomo e facilmente raggiungibile con i mezzi. Per avere più informazioni sui vantaggi del coworking, venite a trovarci in Via Cerva 20!

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