In Italia, lo smart working ha fatto molti passi avanti negli ultimi anni, sebbene non sia ancora stata istituita una legge di riforma specifica per regolamentare questa pratica. La sua adozione, tuttavia, ha incontrato resistenze da parte di alcune aziende, che spesso preferiscono avere i propri dipendenti in ufficio, e purtroppo anche da parte delle istituzioni, che non hanno adottato misure adeguate per stimolare questo fenomeno. C’è però una nuova tendenza in atto che sta trasformando il modo in cui percepiamo il lavoro da remoto: parliamo della workation.
La workation, un neologismo derivato dalla combinazione delle parole “lavoro” e “vacanza”, rappresenta un cambiamento significativo nell’approccio allo smart working. L’idea alla base della workation è semplice: svolgere il proprio lavoro da qualsiasi luogo, a condizione di avere una connessione Internet affidabile e gli strumenti necessari, come uno smartphone e un computer.
Molti lavoratori hanno abbracciato la workation con entusiasmo, poiché questa nuova modalità di lavoro offre loro la possibilità di bilanciare le esigenze lavorative con la vita privata, consentendo di lavorare da luoghi incantevoli come località di villeggiatura. Le persone possono così godere di panorami mozzafiato, mare cristallino o paesaggi montani mentre svolgono il proprio lavoro, creando un equilibrio ideale tra impegni professionali e vita personale.
Le aziende più grandi stanno iniziando a riconsiderare il concetto di smart working alla luce della workation e a proporre periodi di “lavoro in vacanza” come benefit aziendale, consapevoli che il benessere del dipendente possa essere un’importante leva per migliorare la sua soddisfazione e la sua produttività. Questa modalità offre infatti vantaggi sia alle aziende che ai lavoratori.
Per le aziende, consente di adottare il lavoro da remoto con alcune agevolazioni fiscali e, al contempo, aumentare come detto la soddisfazione dei dipendenti. La workation offre un’opportunità di riequilibrare il rapporto tra lavoro e vita privata, migliorando la produttività, promuovendo l’innovazione e la modernizzazione delle aziende e incoraggiando una cultura basata sui risultati e sugli obiettivi.
D’altro canto per i lavoratori, la workation offre una maggiore flessibilità e una migliore work-life balance. Molte persone hanno iniziato a considerare il lavoro da remoto come un elemento decisivo nella scelta del posto di lavoro, soprattutto tra la “Generazione Z”, proprio per poter avere un maggiore equilibrio tra impegni personali e professionali, ma lavorare da località turistiche alimenta ulteriormente questo aspetto, permettendo al lavoratore di godere di un ambiente più piacevole e di sentirsi più soddisfatto, il che si traduce in migliori risultati.
La workation può essere vista come una forma di nomadismo digitale, un fenomeno che coinvolge persone di tutte le età, ma che risulta particolarmente attraente per i più giovani. I nomadi digitali sono coloro che scelgono di lavorare da remoto, spesso viaggiando in tutto il mondo mentre guadagnano da vivere, una modalità lavorativa favorita dall’espansione globale delle tecnologie digitali. Come accaduto in altri ambiti, come per esempio quello dell’intrattenimento e dei giochi, dove l’utilizzo di internet e di dispositivi connessi alla rete ha portato alla digitalizzazione di ambienti tradizionali come i casino, rendendo possibile la partecipazione a distanza agli svaghi tipici delle sale, questa evoluzione ha infatti rivoluzionato l’idea stessa di lavoro, mettendo a disposizione strumenti in grado di favorire comunicazioni rapide ed efficaci e la condivisione di progetti e documenti da qualunque luogo ci si trovi.
I “lavoratori nomadi” sono spesso freelance o liberi professionisti, specializzati in settori come la programmazione, il web design, il web marketing e il legal tech, ambiti che per la loro stessa natura permettono di operare anche a distanza, non essendo strettamente necessaria la presenza in un luogo fisico predeterminato, e la workation è una modalità che si inserisce perfettamente in questa filosofia di lavoro, consentendo loro di lavorare da località turistiche in tutto il mondo aggiungendo dunque il tema della “vacanza” alla dematerializzazione del lavoro.
La workation offre dunque vantaggi considerevoli sia ai lavoratori che alle aziende perché, come visto, i primi possono lavorare in modo più produttivo e trovare un migliore equilibrio tra lavoro e vita personale, senza rinunciare ai momenti di relax, mentre al contempo le imprese possono concentrarsi esclusivamente sui risultati e sugli obiettivi, in un ambiente in cui i lavoratori si sentono più realizzati.
A ciò però vanno aggiunti anche altre ricadute positive, che possono per esempio riguardare l’industria turistica, che può incoraggiare i lavoratori a soggiorni più lunghi rispetto ai turisti tradizionali e generare un impatto economico significativo sulle località ospitanti, investendo magari dal punto di vista delle infrastrutture tecnologiche e dei luoghi in cui è possibile dedicarsi alle proprie attività professionali.
Se lo smart working è stato un passo importante, la workation spinge dunque ulteriormente i confini del lavoro da remoto, offrendo agli individui la possibilità di bilanciare il lavoro e la vita in un ambiente sempre più stimolante e piacevole. Sia le aziende che i lavoratori stanno iniziando a riconoscere i vantaggi di questa modalità, creando un cambiamento sostanziale nella gestione del lavoro e del tempo, ma è fondamentale che l’approccio diventi sempre più ampio e condiviso, affinché non si perda questa opportunità unica per conciliare i bisogni professionali con il desiderio di avventura e relax, aprendo nuovi orizzonti nel mondo del lavoro moderno.
