Smart working, Italia fanalino di coda in Europa: la situazione

Con la pandemia gli italiani hanno avuto la possibilità di conoscere da vicino lo smart working. Si è trattato di un incontro che ha cambiato la vita a molti dipendenti della Penisola, ma che si è rivelato anche una sorta di fuoco di paglia.

Caduto lo stato di emergenza, infatti, il lavoro agile è tornato “in soffitta”, dimostrando ancora una volta che l’Italia non è un paese in grado di sostenere scelte all’avanguardia. Non a caso, il Belpaese è ultimo nelle classifiche europee dello smart working. Ma l’Italia non è la sola ad avere messo in secondo piano lo smart working: anche Elon Musk ha fatto lo stesso, cancellandolo addirittura per i lavoratori di Twitter.

I dati sullo smart working in Italia

Come anticipato poco sopra, la situazione relativa allo smart working in Italia non è buona. Stando ad alcuni studi di settore, infatti, la Penisola è attualmente il fanalino di coda in Europa per quel che riguarda la classifica dello smart working.

La pandemia sembrava avesse fornito uno spunto (quasi obbligato) per accelerare su questo fronte, cosa che in effetti è accaduta in moltissimi paesi europei. L’Italia, invece, ha scelto volutamente di tirare i remi in barca, ritornando così al sistema di sempre, collaudatissimo ma oggi vetusto.

Lo testimoniano i dati: la Penisola ospita 8 milioni di potenziali lavoratori da casa, ma soltanto un terzo di essi al momento gode di questa opportunità. Se poi si fa un conto sul totale degli occupati, la percentuale scende addirittura al 13%. Un vero peccato, considerando il potenziale che il nostro bacino di utenti offre in tal senso, con il digitale che oramai dovrebbe essere diventato una consuetudine anche per le aziende.

E invece, ancora una volta, l’estero si fa preferire al territorio tricolore, e ciò spiega anche perché in tanti accarezzano il sogno di andare a lavorare in un paese straniero.

Come trovare lavoro all’estero?

Alla luce di questi dati, non bisogna sorprendersi se sempre più italiani, dopo aver conseguito la laurea, finiscono per abbandonare l’Italia per trovare fortuna all’estero.

Lontano dal Belpaese si possono ottenere delle condizioni più vantaggiose in termini economici e di flessibilità lavorativa, con opportunità di carriera superiori, e con la quasi certezza di poter lavorare da remoto.

Trovare lavoro all’estero, tuttavia, non è semplice e ci sono una serie di step da seguire. Il primo step è quello di informarsi sulle migliori città europee per neolaureati, attraverso contenuti specifici sul web, e scegliere il Paese che si preferisce e che sia in grado di offrire le migliori opportunità in base alle proprie esigenze.

Ovviamente, se si cambia paese per lavorare da remoto, è bene informarsi prima se l’azienda scelta lo consente. Inoltre, bisogna inevitabilmente fare attenzione alle spese e al costo della vita, che potrebbe essere molto diverso. Per trovare lavoro è possibile sfruttare degli appositi motori di ricerca online, che possono fornire una panoramica delle migliori offerte disponibili.

Infine, bisogna fare attenzione anche alla “costruzione” del proprio curriculum: è bene che sia moderno, e che contenga tutte le informazioni più importanti.

Categories: Smartworking

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